15. Io sono “Tu-che-mi-fai”

Giovanni Paccosi

15. Io sono “Tu-che-mi-fai”

16/02/2021 Religione Liceo Classico Santa Maria degli Angeli Sentido religioso 0

Quanto più io scendo dentro me stesso, se scendo fino in fondo, donde scaturisco? Non da me: da altro. 

Io sono «tu-che-mi-fai».

L’io, l’uomo, è quel livello della natura in cui essa si accorge di non farsi da sé. Così che il cosmo intero è come la grande periferia del mio corpo senza soluzione di continuità. Si può anche dire: l’uomo è quel livello della natura in cui la natura diventa esperienza della propria contingenza. L’uomo si sperimenta contingente: sussistente per un’altra cosa, perché non si fa da sé. Sto in piedi perché mi appoggio a un altro. Sono perché sono fatto. Come la mia voce, eco di una vibrazione mia, se freno la vibrazione, la voce non c’è più. Come la polla sorgiva che deriva tutta dalla sorgente. Come il fiore che dipende in tutto dall’impeto della radice. 

Qui il testo di questo paragrafo centrale del Capitolo X del “Il senso religioso”, dove si descrive in cosa consiste la religiosità: la percezione della propria esistenza come continuo scaturire da Altro. Tutti i gesti, i pensieri, i riti, nascono da questa coscienza, il fulcro della religiosità.

due canzoni che in modo diverso esprimono pa percezione del TU come colui che suscita l’io:

Fire of time, di David Ramirez, in cui il protagonista, nel rapporto con una donna riscopre chi è lui.

Timonheiro, di Paulinho da Viola, in modo più chiaro parla della sua coscienza di essere portato da un Altro (da Dio) nella vita.