Giovanni Paccosi
Nessuno a Firenze, in questi giorni, ha potuto passare sopra – come facciamo tanto spesso – alla cronaca di due morti: quella del capitano della Fiorentina, Astori, portato via nel sonno da una incredibile fatalità, e l’altra: quella di un uomo semplice, Idy Diene, ucciso senza ragione da un pover uomo impazzito. Abbiamo dovuto piangere e condividere, accettare lo sconforto e anche la rabbia, ma abbiamo visto anche emergere un’umanità che portiamo nel cuore e che ci fa andare fieri di essere fiorentini. La piazza piena a Santa Croce, le immagini dello stadio, il pianto di quei ragazzi che giocano per noi a calcio, la solidarietà di un corteo che ha unito tutti da un ponte all’altro. Noi siamo così poveri e nello stesso tempo così ricchi, quando riconosciamo che tutto, ogni respiro è dato, è prezioso e ci rimanda a un compimento che qui non potremo mai avere, ma che continuiamo a desiderare ogni momento.
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