Quarta lezione CSMA: Fratelli Tutti, nell’altro scopro me stesso
Nei giorni scorsi Papa Francesco ha pubblicato la Lettera Enciclica “Fratelli tutti, sulla fratellanza e l’amicizia sociale” (qui il testo completo) che invita ogni uomo di buona volontà a fare tutto il possibile per costruire una vera unità e amicizia fra le persone, i popoli, gli stati, nella ricerca della giustizia per tutti e della solidarietà che rende la convivenza armonia e pace.
Poi abbiamo dialogato sul fatto che la fratellanza e l’amicizia si possono costruire nella ricerca della verità e nell’accettazione della diversità. Non si tratta di mera tolleranza che diventa facilmente indifferenza all’altro, ma anche, nel rispetto e nell’amore alla diversità, accettando di essere mesi in discussione.
Abbiamo visto un video su un aspetto di quello che il Papa chiama uguaglianza che non è fratellanza: C’è un’idea diffusa soprattutto in ambito statunitense di diritto alla difesa de proprio “safe space”, cioè uno spazio in cui uno è sicuro di non poter essere “aggredito”, una mentalità che richiede spesso il “trigger warning” cioè l’avviso di qualcosa che potrebbe urtare. ma la conseguenza è il rischio di una grande chiusura all’altro che sempre ci mette in discussione. il video è un po’ ideologico ma utile per comprendere il rischio.
Da ultimo una bellissima canzone di Roo Panes: Home from home. In essa racconta come, senza aspettarselo, si sente a casa sua a casa dell’altro, cioè lasciandosi mettere in discussione dal diverso scopre se stesso.
Per il Papa questa è la strada per la vera fratellanza. Ma, aggiunge, si può davvero essere fratelli se ci riconosciamo insieme figli. si comprende cos¡i che la religiosità vissuta è la forza più grande per poter sperimentare questa fratellanza.
Ecco i numeri 272 e 273 della Fratelli tutti:
272. Come credenti pensiamo che, senza un’apertura al Padre di tutti, non ci possano essere ragioni solide e stabili per l’appello alla fraternità. Siamo convinti che «soltanto con questa coscienza di figli che non sono orfani si può vivere in pace fra noi». Perché «la ragione, da sola, è in grado di cogliere l’uguaglianza tra gli uomini e di stabilire una convivenza civica tra loro, ma non riesce a fondare la fraternità».
273. In questa prospettiva, desidero ricordare un testo memorabile: «Se non esiste una verità trascendente, obbedendo alla quale l’uomo acquista la sua piena identità, allora non esiste nessun principio sicuro che garantisca giusti rapporti tra gli uomini. Il loro interesse di classe, di gruppo, di Nazione li oppone inevitabilmente gli uni agli altri. Se non si riconosce la verità trascendente, allora trionfa la forza del potere, e ciascuno tende a utilizzare fino in fondo i mezzi di cui dispone per imporre il proprio interesse o la propria opinione, senza riguardo ai diritti dell’altro. […] La radice del moderno totalitarismo, dunque, è da individuare nella negazione della trascendente dignità della persona umana, immagine visibile del Dio invisibile e, proprio per questo, per sua natura stessa, soggetto di diritti che nessuno può violare: né l’individuo, né il gruppo, né la classe, né la Nazione o lo Stato. Non può farlo nemmeno la maggioranza di un corpo sociale, ponendosi contro la minoranza».
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